AMNISTIA UN 'MALE NECESSARIO' PER DARE RESPIRO ALLA GIUSTIZIA
Su indulto e amnistia, temi di grande attualità, riceviamo e pubblichiamo un intervento dell’avvocato Carlo Petrone:
«Le polemiche seguite al recente provvedimento di indulto hanno fatto accantonare, pèr ora, le questioni connesse alla possibilità che il Parlamento si pronunci favorevolmente anche per una amnistia. Essa dovrebbe allargare definitivamente i criteri di clemenza che devono essere generalizzati e rappresentare così un punto di non ritorno, eccezionale e straordinario.
L’indulto, che non ho esitato a definire un vero e proprio “papocchio “, frutto di un sofferto compromesso, per la sua parzialità ha finito col favorire taluni e danneggiare altri che avrebbero potuto anche beneficiarne. Inoltre, si sono poste lepre- messe perché migliaia di processi vengano celebrati inutilmente, con eventuali condanne a pene non eseguibili. Si è trattato di un “maxi-indulto ‘ che addirittura ha estinto sanzioni detentive sino a tre anni ed ha interessato, anche in materia di reati finanziari, le pene pecuniarie, che nulla hanno a che vedere con il proposito di risolvere il sovraffollamento delle carceri.
Allo stato, quindi, considerata la situazione in cui si opera nei palazzi di giustizia (manca perfino la carta per le fotocopie!), una amnistia che estingua i reati ed elimini i processi pendenti si renda ormai più che necessaria, anche per limitare gli effetti dannosi dell’indulto. Non si tratta di superare una condizione di crisi, ma addirittura un allarmante e definitivo collasso, oltre alla crescente sfiducia dei cittadini nei confronti della macchina della giustizia italiana. Non vi sono altri rimedi perché, giorno dopo giorno, si va constatando la lentezza e l’arretratezza dell’apparato giudiziario che — come ha recentemente affermato il Ministro Mastella dinanzi al plenum del Consiglio Superiore della Magistratura stenta ad articolare la gestione delle risorse secondo i modelli propri della cultura dell’organizzazione.
Ben venga, quindi, il “male necessario” della amnistia (che faccia da pandant — come è sempre accaduto nella storia repubblicana del nostro paese — con I ‘indulto già concesso) e si rinnovino le forze per supportare con più ampi finanziamenti e con la riforma tempestiva dell’ordinamento giudiziario. Molti cittadini storceranno il naso (e fra essi, forse, anche gli avvocati penalisti), ma, in assenza di altre possibilità di intervento, appare doveroso evitare che la situazione esplosiva della nostra giustizia deflagri con danno di tutti».
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