“NON CONTINUIAMO A CHIAMARLA FATALITA’”
Venerdì 14 Gennaio 2011 Corriere del Giorno Il Commento L’ avvocato Carlo Petrone uno dei legali della famiglia Franco Sulla sentenza della Cassazione sul duplice infortunio mortale pubblichiamo un commento dell’avvocato Carlo Petrone, difensore di parte civile della famiglia Franco: L’epilogo del processo penale la “gru spezzata” relativo all’incidente avvenuto in Ilva il 12.6.2003 che causò la morte dei due giovani operai Paolo Franco e Pasquale d’Ettorre offre ancora una volta spunti di riflessione sul travagliato problema degli infortuni sul lavoro. Se da un lato i tempi di accertamento in sede penale si presentano troppo lunghi, malgrado il pressante invito del presidente della Repubblica alla sollecitudine nella celebrazione dei processi, dall’altro l’esame dei dati relativi alla catena degli infortuni mortali e delle invalidità rivela una enorme consistenza malgrado il grande impegno dei preposti ai sistemi di vigilanza e controllo in via preventiva. Il ricatto occupazionale aleggia nel mondo del lavoro e facilita in particolar modo nel mezzogiorno d’Italia la messa in funzione di strutture precarie ed approssimative in cui la morte è in agguato al di là di ogni ragionevole possibilità di accettare la ricorrente applicazione della pervasa “ideologia della fatalità”. I riferimenti statistici ed il monitoraggio degli eventi mortali confermano quindi che la logica del profitto non può eludere il diritto al lavoro in sicurezza e non può autorizzare nessuno a mettere in discussione la “la dignità ed il valore di ogni essere umano”
(Carlo Petrone)
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